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Aree verdi in città: un investimento per la salute di tutti

di Niccolò Zunino, 2B

In questi giorni difficili le richieste dei giovani spingono per essere ascoltate; tutto perché è dagli stessi giovani, quelli meno condizionati, che vengono percepite le esigenze per una società migliore. Cogliendo questa necessità, otto giovani da tutta Italia hanno partecipato al progetto “I Giovani propongono”, presentando alcuni problemi e le loro possibili risoluzioni ai Ministri per le pari opportunità e la famiglia, Elena  Bonetti e per le politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora.

Le proposte hanno toccato vari argomenti: dall’introduzione di nuove materie scolastiche alla costruzione di rinnovati e ampi spazi verdi per favorire l’attività fisica.

Una in particolare merita più attenzione, quella del giovane Martino Monticelli, della scuola media Massimo d’Azeglio di Genova: la richiesta di rinnovare e costruire più parchi e aree verdi, alcune anche attrezzate. Può sembrare una richiesta scontata, ma non lo sembra: è provato che avere aree verdi più accessibili e frequenti in città abbia un riscontro positivo sui cittadini; guardando ad una ricerca dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), emerge come la presenza di parchi urbani abbia molteplici effetti positivi: il verde riduce l’inquinamento atmosferico, e di conseguenza migliora la vita dei cittadini, mitiga le temperature in estate e ha un felice miglioramento del benessere psicofisico. Quest’ultimo aspetto può essere considerato anche come una testimonianza della nostra origine; abbiamo vissuto per migliaia e migliaia di anni in mezzo al verde e ci siamo evoluti a stretto contatto con la natura, per questo alla vista del verde reagiamo positivamente.

Martino propone inoltre l’installazione di alcune strutture per l’allenamento all’aria aperta, almeno in una città per regione; in questo momento storico, nel quale l’attività fisica al chiuso di una palestra rappresenta un rischio, una tale soluzione potrebbe rappresentare l’unico compromesso possibile.

La richiesta stessa di Martino racchiude un concetto importante: egli chiede una cosa che a molti adulti sembra non importare; chiede che la sua salute possa migliorare frenando l’inquinamento atmosferico, che attanaglia le nostre città sin dalla rivoluzione industriale. L’OMS stima che, nei Paesi ricchi, il 56% delle città con più di centomila abitanti non soddisfi il limite massimo annuale per le particelle sottili di 10 μg/m3. Tutti gli studi sembrano non influenzare le decisioni dei governanti, soprattutto dei Paesi più industrializzati: imporre limitazioni più stringenti di quelle già prese significherebbe mettere in crisi l’intero settore secondario. Si preferisce ignorare il problema dell’inquinamento piuttosto che rischiare di lasciare senza lavoro centinaia di migliaia di persone.

La soluzione a breve termine – costruire aree verdi – basterà solo fin quando ci accorgeremo che il Pianeta sta morendo, e che presto entreremo in una fase irreversibile. Nel frattempo però può essere una delle cose migliori da fare, perché tutelare la salute è un diritto di ogni cittadino.