Intervista a Nicola Canci e Nicola Rossi

Nicola Canci

Quali furono le prime reazioni e come venne gestita la potenziale scoperta rivoluzionaria, emersa dagli studi del progetto CNGS a proposito della velocità superluminale dei neutrini?

La possibilità che il neutrino potesse essere superluminale, sebbene la collaborazione dell’esperimento Opera fu molto prudente nel  dare possibili spiegazioni  all’anomalia riscontrata, fu accolta da una parte con sorpresa e stupore, dall’altra con un certo scetticismo. In entrambi casi la notizia ebbe una grande risonanza nel mondo scientifico. Del resto la scienza, per principio, è aperta a rivoluzioni radicali dei modelli che descrivono la realtà fisica. In seguito la sospetta anomalia non fu confermata e fu ricondotta ad un errore metodologico durante la sperimentazione; questo ci ricorda che la scienza non è infallibile, ma al contempo ha gli strumenti per procedere con ulteriori verifiche.

In cosa consistono i progetti ai quali gli voi esperti state lavorando al momento nel laboratorio del Gran Sasso? 

Nei LNGS ci sono circa 15 esperimenti tra sistemi sperimentali attivi e quelli in fase di sviluppo e/o costruzione. La ambito di ricerca è mirato principalmente alla fisica dei neutrini (reazioni e produzione dei neutrini del Sole, neutrini dalle esplosioni di Supernovae, studio delle proprietà del neutrino dal doppio decadimento beta), alla ricerca della materia oscura, all’astrofisica nucleare (mediante riproduzione di reazioni stellari e della neucleosintesi primordiale), oltre a misure relative ai principi che governano la fisica degli atomi e dei progetti multidisciplinari che legano la fisica, la chimica e la biologia.

Il contatto a lungo termine con materiali radioattivi, necessari per le ricerche, ha comportato delle conseguenze negative, da voi stessi constatabili, sulla salute dei ricercatori?

Nicola Rossi

Nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso vengono condotti esperimenti riguardanti la fisica astroparticellare. In detti esperimenti operanti ai LNGS non viene utilizzato nessun materiale radioattivo, anzi, tutti i materiali utilizzati per la costruzione dei vari apparati sperimentali sono ad elevata radiopurezza, cioè la radioattività naturalmente presente in ogni materiale viene ridotta al livello più basso ottenibile in modo da non dare dei “falsi segnali” negli esperimenti che andrebbero a disturbare le misure sperimentali. La stessa roccia del Gran Sasso presenta un tasso di radioattività naturale molto più basso rispetto a quello di altre tipologie di rocce in altri siti sotterranei. Piccole e debolissime sorgenti sono utilizzate occasionalmente per la calibrazione degli apparati e presentano un’attività estremamente bassa tale da non arrecare alcun danno agli utenti. Ad ogni modo il loro utilizzo segue la rigorosa procedura normativa che viene utilizzata in tutti gli ambiti di ricerca, industriali e medici.

LA CARRIERA

Come è iniziata la sua carriera, in particolare com’è nato il suo interesse riguardo le scienze, la fisica e il cosmo?

Nicola Canci: Il concetto di energia mi ha sempre profondamente affascinato, così come mi ha sempre incuriosito il fatto di come potessero avere luogo alcuni fenomeni naturali. Andando avanti con gli studi sono stato attratto dalla curiosità di capire come funzionassero le leggi fondamentali della natura e che connessione potesse esserci tra l’infinitamente piccolo (atomi, nuclei e particelle) e l’infinitamente grande (Sole, stelle, galassie, ecc). Da lì è nato il mio profondo interesse per la fisica ed in particolare per la fisica nucleare e subnucleare che mi ha condotto dagli studi universitari in fisica fino all’attività di ricerca che svolgo quotidianamente.

Nicola Rossi: Il mio interesse per la fisica è nato alle elementari quando vidi lo sceneggiato RAI “I Ragazzi di via Panisperna”  sulla vita di Fermi e del suo gruppo che ha rivoluzionato la fisica nella prima metà del novecento. Fui affascinato da quei ragazzi che facevano esperimenti sugli atomi e riempivano le lavagne di formule complicatissime. Tuttavia, l’interesse per la scienza in generale è nato molto prima, prima che ancora sapessi cosa fosse.

I CONSIGLI

Quale consiglio o avvertimento darebbe a un ragazzo che vuole approcciarsi alla materia?

Nicola Canci: Come consiglio mi sentirei di dire di non perdere mai la curiosità scientifica, a volte di utilizzare un pizzico di sana immaginazione e di portare sempre avanti la propria propensione con il giusto spirito critico e naturalmente scientifico. Direi anche che la strada verso il mondo della ricerca e soprattutto quello degli enti pubblici di ricerca non è sempre agevole; molto spesso la grande mole di lavoro viene effettuata da ricercatori precari ed il percorso verso una posizione lavorativa stabile è lunga e non da rassicurazioni sul buon esito finale. Ma sicuramente chi intraprende la via della ricerca, lo fa con grande passione e dedizione.

Nicola Rossi: Bisogna avere una passione molto forte verso la materia, una buona attitudine allo studio, in particolare della matematica e delle materie scientifiche in generale, e una grande forza di volontà e tenacia per portarsi avanti negli studi, e nelle diverse fasi della carriera.  Ma la volontà soprattutto, solo una buona volontà produce ottimi risultati!

Di Nicole Cinquina e Alice Marchesani