“Venne alla spiaggia un assassino”, libro pubblicato nel 2019, della scrittrice Elena Stancanelli.
La Stancanelli, classe 1965, è nata a Firenze, ma vive a Roma. E’ già nota al pubblico per la sua opera “Benzina”(1998), della quale è stata realizzata anche una trasposizione cinematografica.
Leggendo semplicemente il titolo, un qualsiasi lettore potrebbe pensare di trovarsi di fronte ad un giallo, ma il bello è proprio questo: il testo tratta di qualcosa che non ti aspetti, né tantomeno ti immagini.
Il libro, uno degli ultimi lavori della scrittrice, è incentrato su racconti, testimonianze ed esempi concreti, di quella che è la reale condizione delle migliaia di persone che si imbarcano, andando incontro al mare e sfidandolo, per raggiungere paesi in cui potersi garantire una vita migliore di quella che sono costretti a vivere.
“Venne alla spiaggia un assassino” è una sorta di diario di bordo, una vera e propria dimostrazione contro l’indifferenza del genere umano, che preferisce non aiutare chi è meno fortunato, chi è nato nel posto sbagliato.
“Il mare Mediterraneo si sta riempiendo di morti. Barche inadeguate e stipate all’inverosimile navigano a vista, provando a raggiungere le nostre coste. Alcune ci riescono, altre vengono riacciuffate e riportate indietro, in Libia. Altre ancora, moltissime, affondano. Ho deciso di andare a vedere. Angosciata dall’irrazionalità e dalla ferocia che spinge ministri e politici a considerare i morti un buon esempio, un deterrente per gli altri migranti pronti a partire, mi sono imbarcata con chi invece vuole salvarli. Venne alla spiaggia un assassino è il racconto del tempo trascorso sulle barche delle famigerate ONG, trasformate in pochi mesi da alleate della guardia costiera italiana in colpevoli di ogni nefandezza.”
La Stancanelli si mette a nudo, raccontando nei minimi particolari la sua avventura e la sua esperienza sulle navi delle ONG. Racconta quali sono stati i veri motivi che l’hanno spinta ad intraprendere il viaggio, non tralasciando assolutamente le sue paure e le sue insicurezze. Non mancano riflessioni sulla vita dei giornalisti e degli scrittori, nei confronti dei quali ci sono spesso pregiudizi. La Stancanelli cerca di far comprendere che non bisogna etichettare una persona solo in base alla professione che esercita. È difficile argomentare bene su qualcosa, se non la si è vissuta sulla propria pelle e vista con i propri occhi. E’ proprio questo lo scopo del lavoro della scrittrice affinché, tramite i suoi occhi e le sue parole, possiamo riuscire a comprendere al meglio una realtà che non è per nulla sconosciuta, un problema che bisogna affrontare.
Esistono donne e uomini che dedicano interamente la loro vita per salvare quella degli altri, ed è proprio questo che fa la scrittrice: si mette nei panni dei veri eroi moderni, coloro che per garantire un futuro ad altre persone, mettono a repentaglio la propria incolumità. Un libro forte, commovente, che riesce a fare aprire gli occhi su una realtà da cui spesso vorrebbero tenerci all’oscuro; un libro che lascia il segno e che riesce a farci percepire un po’ del dolore che molte persone provano continuamente. Un libro in grado di far cambiare idea a tutti, agli scettici, a coloro che rimangono della convinzione che la scelta giusta sia quella di far morire centinaia di persone. Questa non è in nessun caso la scelta migliore da compiere.
“Gli uomini e le donne che salvano gli altri sono più belli, e anche più felici. Di me, ma anche di quasi tutte le persone che conosco.”
di Angelica Cozzolino