TIK TOK… chi è?

di Anna Di Paola e Asia Simonelli 2B

Martedì 9 febbraio si è tenuto su Zoom un incontro promosso da Generazioni Connesse riguardante il famoso social network che oggi spopola tra i giovani: Tik Tok.

A presiedere questo laboratorio di discussione c’erano Ivano Zoppi, educatore e segretario generale della Fondazione Carolina, e  Chiara Martinelli, sedici anni, giovane utente esperta di social.

Tik Tok”, afferma Chiara, “è diventato soprattutto in questo periodo un modo per poter riempire le giornate, è fonte di ispirazione, una via di comunicazione, è divertente da utilizzare e, se usato seriamente, può anche insegnare o approfondire un determinato argomento, come ad esempio le lingue straniere o la cucina”.

Ma tutte le medaglie hanno due facce. La colpa non è dei social, perché sono solo uno spazio a disposizione del pubblico, semmai è di chi ne approfitta per raggiungere scopi negativi e pericolosi. Per questo motivo, l’applicazione ha da poco tempo vietato l’utilizzo ai minori di 13 anni. Sicuramente il tragico episodio di Palermo, nonostante non si abbia ancora la certezza che fosse legato a Tik Tok, ha suscitato paura nei genitori di molti adolescenti, che si sono convinti del fatto che sottovalutare ciò che internet offre a loro e ai loro figli non sia affatto un bene.

Sicuramente parlare dei pericoli del web solo quando accadono tragedie del genere non è più tollerabile.

Per fare un buon lavoro di prevenzione e di sensibilizzazione”, afferma Zoppi, “si necessita di una continuità educativa: bisogna mantenere questo argomento sempre e costantemente acceso”. Infatti se i video più virali di Tik Tok spesso sono un facile passatempo anche questi, come altri contenuti condivisi sui social possono diventare cyberbullismo e  possono determinare tragiche conseguenze come il caso di  Carolina Picchio, una ragazza che si è tolta la vita nel 2013 perché vittima di cyberbullismo.

Commentando il fatto che tutto quello che diciamo in rete non si può cancellare, Ivano Zoppi ha condiviso lo slogan “Su Internet è Per Sempre“, consigliando di stare sempre attenti a ciò che postiamo sul web e all’utilizzo della parola. Così come bisogna prestare attenzione alle challenge su Tik Tok, ovvero le sfide a tema fra gli utenti a colpi di video. Queste possono essere tranquillamente innocue come molto pericolose, ma sta a noi decidere se vale la pena intraprenderle.

Come bisogna comportarsi se vediamo dei ragazzi fare delle challenge che possono nuocere alla loro salute e a quella altrui?

Ivano Zoppi risponde che è necessario rivolgersi ad un adulto e raccontare quello che sta succedendo. In caso di episodi di cyberbullismo ci si può rivolgere proprio alla Fondazione Carolina che ha un team di esperti disponibile ad ascoltare qualsiasi problema e ad intervenire. Inoltre, secondo la legge 71, ciascun minore ultraquattordicenne vittima di cyberbullismo può inoltrare al titolare del trattamento o al gestore del sito del social una istanza per l’oscuramento, la rimozione o il blocco dei contenuti diffusi in Rete di cui è stato vittima.

In conclusione, se qualsiasi cosa, utilizzata con intenzioni malevoli, può essere un pericolo, non si può essere sprovveduti. Bisogna avere la consapevolezza e la maturità per navigare su internet senza danneggiare noi stessi e gli altri e, in caso contrario, è meglio richiedere l’intervento da parte degli adulti per farsi aiutare ed evitare così fatti spiacevoli o addirittura tragici.