I social network al tempo del Covid

Siamo in piena pandemia. Questo cavolo di Covid ci sta mettendo alle strette in tutti i sensi. Siamo stati costretti a rimanere in casa per mesi interi, la nostra quotidianità è cambiata notevolmente. Adesso anche solo per andare a fare una passeggiata siamo pervasi da mille dubbi «ho preso la mascherina? ma forse è pericoloso andare in quel posto? ma che zona è?» Così come la nostra quotidianità anche la nostra vita sociale è cambiata radicalmente. Ci siamo trovati catapultati in una nuova realtà fatta di dpcm come se piovessero, lezioni su meet, videochiamate a tutte le ore, le corse a prendere il lievito perché c’erano gli assalti ai supermercati, gli appuntamenti sui balconi a cantare. A sentirlo dire pare tutto un brutto sogno, assurdo, ma fatto sta che ci siamo dovuti adattare in pochissimo tempo a tutte queste limitazioni che ci hanno portato a creare una nuova socialità tutta digitale. Videochiamate per sopperire alle distanze, tombolate online, brindisi a distanza. Sicuramente non la soluzione migliore ma ci siamo chiesti cosa sarebbe successo se non avessimo avuto questi stupidi apparecchi tecnologici? Rimanere uniti in questo periodo è fondamentale. Grazie ai social sicuramente siamo riusciti in parte ad avere meno preoccupazioni .Questo perché l’intento dei social è proprio quello di creare una vera e propria comunità virtuale ed in momenti come quelli che abbiamo vissuto in cui l’isolamento era l’unica cosa da fare molti avranno sicuramente rivalutato questi apparecchi. Internet ha assunto in questo periodo un ruolo di maggior importanza, basti pensare ai nuovi hasthag che si sono diffusi in pochissimo tempo nei maggiori social tipo (#eroiincorsia, #iorestoacasa). Quest’ultimo lanciato proprio dal primo ministro Conte: c’era chi lo utilizzava per mostrare ai followers come trascorre il proprio tempo, invitandoli così a non uscire; chi voleva esorcizzare la paura; chi condivideva idee, workout e altre iniziative per tenersi compagnia a vicenda. Instagram ha invece aggiunto nuove funzioni proprio per sostenere piccole e grandi aziende . Ovviamente dall’inizio dell’emergenza, in Italia si è registrato un incremento relativo all’utilizzo dei social del 70%, lo scambio di messaggi è aumentato del 50% e il tempo speso in chiamate di gruppo è aumentato del 100%. Anche le vecchie generazioni quindi si sono dovute adattare a questi cambiamenti e si sono avvicinate al mondo dei giovani. Chi con l’aiuto dei nipoti, chi dei figli, ma tutti con un obiettivo comune quello di sentirsi il meno possibile soli. Le competenze digitali dovevano essere soprattutto acquisite da quegli anziani che si trovavano in una situazione di maggior fragilità fisica e sociale e che più di tutti potevano trarre beneficio da iniziative che consentissero di mantenere i rapporti sociali o di crearne di nuovi. Ciò è stato possibile grazie ad iniziative come quella dell’università Bicocca di Milano che con il progetto NONNI CONNESSI proprio durante il periodo più complesso dell’epidemia COVID-19 in Italia, ha fornito un insieme di semplici e brevi tutorial pensati per accrescere le competenze degli anziani nell’utilizzo delle tecnologie di comunicazione e socializzazione. Insomma In fondo, si potrebbe dire, i social network non sono altro che la versione 2.0 dei parchi, dei muretti, delle panchine. Grazie a Internet e alla tecnologia del web, bambini e giovani hanno avuto a disposizione molte opportunità di socializzazione ,conoscenza e apprendimento, rimanendo sempre connessi. La cosa fondamentale è però ricordarsi di educare la loro consapevolezza critica e la capacità di selezionare le fonti, cercando comunque sempre di integrare questi nuovi preziosi strumenti con le risorse dell’insegnamento tradizionale.

Giulia Stelluti 5°E