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32 anni dalle proteste di Piazza Tienanmen: l’evento che sconvolse il mondo.

15 aprile 2021: anniversario protesta di piazza Tienanmen, in Cina, a Pechino. Ai tempi pose l’attenzione sulla repressione del governo cinese in tema di diritti umani e libertà di espressione, ma in Cina l’argomento è considerato ancora oggi un tabù. Basti pensare che, se si cercano su Baidu, il “Google Cinese”, notizie della protesta, non si trova alcuna traccia di questa e non se ne ha notizia neanche nei libri di storia distribuiti nelle scuole, nei giornali e nei media cinesi. Riferimenti alla protesta, infatti, sono considerati contenuti “pericolosi” per la tenuta del regime. Ancora oggi il numero delle vittime è incerto: 200 civili e alcune dozzine di militari secondo la Cina, fra le 400 e le 800 persone a parere della Cia, 2600 morti secondo la Croce Rossa. Innumerevoli sono, invece, coloro incarcerati e giustiziati, tra cui sono presenti anche figure di spicco del PCC e generali dell’esercito. Solo una cosa è certa: anche quest’anno la Cina non ricorderà i morti  della protesta che, alla fine degli anni ‘80, sconvolse il mondo. E’ cosa utile riconsiderare le tappe fondamentali della protesta: 

15 aprile 1989, Piazza Tienanmen, Pechino, Cina: Hu Yaobang, Segretario generale del Partito Comunista Cinese, muore per un arresto cardiaco; centinaia di persone si riversano in strada per rendere omaggio  al “grande rivoluzionario proletario”. Quella che doveva essere una semplice manifestazione di cordoglio, però, si trasformò presto in scontri tra manifestanti e polizia.

22 aprile 1989, Piazza Tienanmen, Pechino, Cina: giorno dei funerali di Hu Yaobang, gli studenti scendono in piazza chiedendo di incontrare il Primo ministro Li Peng, ma i leader comunisti e i media ufficiali ignorarono le proteste e per questo gli studenti proclamano uno sciopero generale nell’Università di Pechino.

26 aprile 1989, Pechino, Cina: sul Quotidiano del Popolo esce un editoriale, comunemente attribuito a Deng Xiaoping, leader difatto della Cina, che accusa gli studenti di complottare contro lo Stato. 50 000 persone circa scendono in strada chiedendo che queste dichiarazioni vengano ritirate.

4 maggio 1989, Piazza Tienanmen, Pechino, Cina: 100 000 persone marciano per le strade della città, chiedendo più libertà nei media e più sicurezze per studenti e insegnanti. I giovani cinesi vogliono uno Stato più libero, non solo economicamente ma anche socialmente e politicamente, e per questo motivo, ispirati anche dalla riforma della glasnost, attuata dal presidente dell’URSS Gorbačëv, richiedono una Quinta modernizzazione, ovvero l’attuazione della democrazia e di un sistema multipartitico.

13 maggio 1989, Piazza Tienanmen, Pechino, Cina: la visita di Gorbačëv a Pechino rappresenta per i manifestanti un simbolo di rinnovamento e di riforme e, per questo motivo, duemila studenti decidono di insediarsi in Piazza Tienanmen. I protestanti non chiedono più solo una legittimazione del governo, ma accusano di corruzione il Partito Comunista Cinese, temendo un ritorno al conservatorismo di Deng Xiaoping.

14 maggio 1989, Piazza Tienanmen, Pechino, Cina: alcuni manifestanti iniziano uno sciopero della fame.

16-17 maggio 1989, Piazza Tienanmen, Pechino, Cina: durante la visita di Gorbačëv migliaia di persone scendono in piazza e le proteste si estendono in altre 300 città della Cina. Zhao Ziyang, successore di Hu Yaobang come Segretario generale del PCC, favorevole al dialogo e a una soluzione pacifica, viene messo da parte dall’ala conservatrice del partito, ispirata dallo stesso Deng Xiaoping, che accusa i manifestanti di essere “controrivoluzionari al soldo delle potenze straniere”.

19 maggio 1989, Piazza Tienanmen, Pechino, Cina: durante la notte, per porre fine alla protesta, viene promulgata la legge marziale. Unico dirigente del PCC ad opporsi è Zhao Ziyang, che successivamente scende in piazza per invitare gli studenti a terminare l’occupazione il più presto possibile e per questo motivo è condannato agli arresti domiciliari a vita. 

20 maggio 1989, Piazza Tienanmen, Pechino, Cina: l’esercito occupa la capitale, incontrando, inizialmente, una forte resistenza da parte della popolazione e astenendosi dal reagire con la forza. Alcune armate dell’esercito sono successivamente allontanate da Pechino poiché, secondo i rapporti dell’Intelligence, i soldati avevano cominciato a simpatizzare per i manifestanti. Iniziano a circolare voci secondo cui anche alcuni militari di alto grado abbiano iniziato addirittura a supportare i manifestanti.

30 maggio 1989, Piazza Tienanmen, Pechino, Cina: i manifestanti ereggono, di fronte alla grande fotografia di Mao Tse-tung, la Dea della Democrazia, una statua alta 10m simbolo di libertà e democrazia. Fu successivamente distrutta il 4 giugno dello stesso anno dall’Esercito Popolare di Liberazione.

3 giugno 1989, Piazza Tienanmen, Pechino, Cina: durante la notte l’esercito inizia a muoversi dalla periferia verso piazza Tienanmen. I cittadini, alla notizia dell’arrivo di miglia di soldati, scendono in strada, nonostante gli ordini del governo di restare in casa, e costruiscono barricate e ostacoli per bloccare l’avanzata dei militari. Alle 10:30 del mattino, vicino la stazione Muxidi, l’esercito comincia a sparare sulla folla. I manifestanti rispondono al fuoco lanciando pietre e molotov, e dando fuoco ai carrarmati. L’esercito continua ad avanzare tra la folla mentre la popolazione continua a costruire barricate con i veicoli per rallentarli. In molti casi i feriti vengono salvati dai guidatori dei risciò, che li trasportano in ospedale. Molte persone indossano fasce nere in segno di protesta contro il governo.

Alle 10 di sera l’esercito arriva in piazza Tienanmen dove propone agli studenti rimasti un’amnistia. I protestanti iniziano ad abbandonare la piazza, ma vengono malmenati. Iniziano nuovamente azioni di guerriglia, mentre la popolazione si dispera sempre di più, prevedendo una “punizione”.

4 giugno 1989, Piazza Tienanmen, Pechino, Cina: i carri armati entrano nella piazza, annientando veicoli e schiacciando le persone.

5 giugno 1989, Piazza Tienanmen, Pechino, Cina: manifestanti, parenti dei feriti e dei morti, abitanti infuriati e lavoratori tentano di entrare nella piazza, ma vengono fucilati alla schiena dai soldati mentre scappano.

Un ragazzo, soprannominato il “Rivoltoso Sconosciuto”, si oppone, da solo, al passaggio di un plotone di carri armati mettendosi in mezzo alla strada e bloccando loro il passaggio. Dopo averli bloccati, il ragazzo si arrampica sulla torretta del carro armato e inizia a parlare con i militari, chiedendo loro di andarsene.

9 giugno 1989, Piazza Tienanmen, Pechino, Cina: Deng Xiaoping condanna il movimento studentesco come un tentativo controrivoluzionario di rovesciare la Repubblica popolare cinese e, per legittimare la repressione, sostenne che i manifestanti avevano attaccato l’esercito.

Fabiana De Luca

3A Liceo Cambridge G.B. Vico Napoli