Il Covid-19 non uccide solo le persone

Quanti di voi come me vorrebbero solo cancellare quest’ultimo anno, chiuderlo in un cassetto e buttare via la chiave? Quanti vorrebbero riuscire in qualche modo ad ibernarsi, non far passare il tempo, dormire e svegliarsi quando il mondo è di nuovo il posto che conosciamo?

Il virus Covid-19 negli anni 2020/2021 è una delle armi della natura più violente dell’ultimo secolo; conta fino ad oggi 3,2 Mln di decessi e il numero dei contagi arriva ai 148 Mln di persone. Dal febbraio 2020 l’Italia è entrata in questo periodo di costante pericolo per la nostra salute fisica; tuttavia ciò che questa pandemia ci sta rubando non sono solo i nostri parenti più anziani, i nostri amici più deboli, la nostra sicurezza sanitaria; ciò che ci viene deliberatamente sottratto è il nostro diritto a una vita normale.

L’adolescenza viene descritto da molti come il periodo più bello e al contempo più brutto della vita: un mischiarsi di amori, avventure, prime volte e cavolate in cui la persona inizia ad esplorarsi e a conoscere sé stesso. Io mi chiamo Marianna e sono una ragazza di 17 anni che da un anno a questa parte non ha più la possibilità di incontrare i suoi amici senza temere di infrangere qualche norma o decreto. Forse proprio a causa della ribellione e il desiderio di libertà che caratterizza questa età si sente molto di più discutere riguardo alle condizioni di noi giovani che ci sentiamo imprigionati e privati di tutto, che di quello che questa chiusura causa nelle altre fasi e età dell’uomo. Lo scopo della mia ricerca è proprio andare ad approfondire cosa il covid sta negando alle persone nei loro diversi periodi della vita e andare a sensibilizzare l’opinione di noi adolescenti che crediamo sempre di rimanere incompresi.

Mi sono dunque basata su piccole interviste poste a diversi membri della mia famiglia di diverse età, ovviamente suddividendo la vita in periodi principali.

L’infanzia
Con infanzia si intende il periodo che va dai primi mesi di vita fino all’inizio della scuola primaria. A questa età molti non sono ancora in grado di ragionare e comprendere appieno la situazione, e non solo neonati, la purezza e la semplicità dei bambini è conseguenza e causa allo stesso tempo della loro innocente ignoranza. Ciò che viene spontaneo pensare è che questa condizione non gravi alla loro vita sociale anche perché continuando la presenza in classe per i bambini della materna e dell’asilo, la compagnia con altri bambini e la possibilità di giocare in compagnia non viene negata. Tuttavia, anche se ora come ora il covid non influisce molto su di loro, bisogna soffermarsi a riflettere. Un bambino non sarebbe mai capace da solo di accusare questa situazione, poiché proprio la mancata esperienza non gli concede di provarne nostalgia, ciò di cui il bimbo non si rende conto però è che è proprio questo il periodo in cui nascono le prime esperienze, le prime amicizie, si inizia a sviluppare un rapporto con i compagni di classe che non si ferma solo a due persone nello stesso gruppo, e che non può essere alimentato solo da 4 ore in una classe. Ciò che il virus sta levando loro è la possibilità di crescere insieme e di far nascere quei rapporti che sono alla base della nostra vita è che ci porteremo dietro per sempre con affetto e gratitudine.

La Fase Adulta
La fase adulta della nostra vita non può essere designata da un età precisa, diversi paesi fanno rispecchiare questo passaggio dal compimento dei 18 anni, altri dalla fine della scuola dell’obbligo e quindi dai 16 anni o altri dopo i 21 anni, alcuni ordinamenti differenziano addirittura l’inizio dell’età adulta in base al genere; tuttavia ciò che voglio comprendere io con questo termine è il periodo in cui si inizia un lavoro, ci si autosostiene e ci si crea una famiglia propria. Molti di questi individui sono i genitori di noi adolescenti e sono anche quelli che subiscono i nostri scleri e le nostre lamentele. Possono essere persone con un lavoro, o casalinghi, con molti figli o magari con nessun figlio… questo gruppo di persone è molto ampio e variegato e di sicuro qui non posso trattare i disagi di ognuno di questi quindi ho deciso di considerare solo il gruppo che maggiormente interessa e si interfaccia con la nostra generazione e quindi i genitori. Credo che veramente pochi adolescenti non abbiano durante questo periodo sbroccato a loro madre o loro padre perché non sopportavano più le misure di sicurezza e le restrizioni legate al covid, io sicuramente sono una di quelli; quando ho iniziato a riflettere sulla possibilità di produrre questo articolo ho dovuto anche chiedermi se i miei genitori soffrissero questa situazione, e purtroppo la risposta mi ha fatto sentire davvero in colpa. Dapprima a causa dell’incomprensione che loro provano; a noi il covid sta rubando la vita sociale e la possibilità di uscire con i nostri amici, mentre a loro ciò che questo susseguirsi di quarantene e chiusure toglie è un attimo di stacco, una vita al di fuori della famiglia, lontano dai figli verso i quali devono mostrarsi come figure forti e dare il buon esempio, e dei momenti in cui sfogarsi non dovendosi preoccupare dell’immagine che mostrano di loro. Sulle spalle dei nostri genitori purtroppo non grava solo la loro fatica ma anche quella dei loro figli.

La Vecchiaia
Gli anziani in questo periodo sono forse quelli più criticati e compianti allo stesso tempo. Sono quelli che rischiano la loro vita tutti i giorni a causa del covid,  ma anche quelli che, secondo noi, incoscienti, girano per il parco e per la strada e vengono insultati sottovoce da noi giovani perché non sono rimasti a casa. Ciò che è peggio è che noi non comprendiamo che la loro vita sta finendo in un modo così triste;  stanno vivendo gli ultimi anni della loro vita e secondo noi dovrebbero vivere da soli chiusi in casa? Già di per sé la vita di un vecchietto è noiosa e monotona, distratta e rallegrata unicamente dall’incontro con le persone e dalle loro piccole e felici abitudini come andare al mercato, vedere i nipoti o andare a  messa. Non potere uscire significa privarli dei loro unici sfoghi e non poter vedere altre persone vuol dire perdere le ultime loro possibilità di incontrare le persone che amano.

Pare dunque ovvio come il covid stia incidendo in modo devastante sulla nostra vita, dal punto di vista fisico e sociale, ed è pure ovvio che tutti vorrebbero uscire e tornare alla vita di due anni fa; purtroppo ciò che è più ovvio di tutto è che l’unico modo per superare questa fase è privarsi di questi piaceri, almeno per un po’. Ogni ragazzo o ragazza che legge questo articolo da adesso in poi ha il compito di aprire gli occhi davanti alle persone che lo/la circondano e invece di offrire una lamentela donare una parola di sollievo, agli amici, ai nonni, ai genitori, ma anche agli sconosciuti.

Marianna Ancona 4Fsc