Leucemie Acute: i grandi traguardi della ricerca italiana

Durante la seconda giornata del Festival della Scienza, martedì 29 marzo, in Aula Magna si è tenuto un convegno sulle “Leucemie Acute e i grandi traguardi della ricerca italiana”. A presiedere questo incontro la dottoressa Serena Travaglini, ex alunna del Polo Liceale Raffaele Mattioli, oggi scienziata.

Quest’ultima ci ha reso partecipi del suo percorso di studio; ci ha raccontato che i suoi ultimi anni del liceo sono stati molto difficili, perché non sapeva cosa fare dopo aver terminato le superiori. Ha scelto poi un percorso di natura scientifica, chimica farmaceutica, rendendosi conto solo in seguito di aver sbagliato scelta universitaria. Ha così cambiato facoltà, optando per biotecnologia: finalmente la sua strada. Ha conseguito la laurea triennale in biotecnologie, dopodiché la laurea magistrale in biotecnologie mediche e infine il dottorato di ricerca in ematologia. Ma non si è stancata di studiare: si è iscritta infatti all’ennesima facoltà: medicina e chirurgia, che sta ancora conseguendo. Ha vinto una borsa di dottorato di ricerca, che è il più alto titolo di istruzione italiana, una borsa di studio di Msd Italia e un’altra di Beat Leukemia, un’associazione fondata da un ragazzo a cui è stato diagnosticato un tipo di leucemia detta ‘fulminante’, in quanto ha un decorso molto aggressivo.


Serena Travaglini ha deciso di diventare ricercatrice per mettere a servizio degli altri la propria conoscenza. Nella giornata tipica del ricercatore non possono mancare il costante confronto con i colleghi, gli esperimenti e l’analisi di dati, i convegni e congressi scientifici e lo studio della letteratura scientifica. C’è a questo proposito una piattaforma chiamata PubMed, una sorta di “Google per gli scienziati”, in cui, cercando un termine, ad esempio ‘covid’, è possibile accedere a tutte le notizie e i termini scientifici inerenti all’argomento.


La dottoressa ha in seguito spiegato che il suo campo d’azione è l’oncoematologia, una branca specialistica della medicina che studia i tumori e in particolare quelli maligni, come il cancro.
Ci ha posto la domanda :”a cosa vi fa pensare la parola leucemia?” e ha ricevuto risposte del tipo “malattia, dolore, sofferenza, tumore, sangue”. Proprio di quest’ultima parola ci ha voluto parlare: “cos’è il sangue?” È un tessuto connettivo fluido, che costituisce circa l’8% del nostro peso corporeo. Ha un volume diverso a seconda dell’età, del sesso e del peso dell’individuo e in un uomo adulto il volume sanguigno è di circa 5/6 litri.
Il processo mediante il quale si sviluppano gli elementi figurati del sangue è l’emopoiesi. Le cellule hanno una vita limitata nel sangue circolante e vengono continuamente rinnovate. Riguardo appunto al tema di quest’anno del festival, l’equilibrio, data la presenza di cellule prolifere e cellule che muoiono, possiamo dire che il nostro corpo è in equilibrio. Quando si manifesta una malattia, le cellule non sono capaci di morire, e quindi si altera l’equilibrio, provocando in alcuni casi persino la morte.


Serena Travaglini ha poi spiegato che le nostre cellule staminali sono caratterizzate da due fondamentali proprietà:
la capacità di autorinnovarsi, mediante divisioni cellulari da cui si originano cellule identiche alla cellula madre;
la capacità di differenziare, dando origine a cellule specializzate.
Quindi, una singola cellula staminale può replicare se stessa e anche differenziarsi in diversi tipi di cellule.
Ma torniamo all’argomento principale del convegno: le leucemie. Queste sono tumori maligni del sistema emolinfopoietico, che originano da cellule staminali emopoietiche. Esse si distinguono in croniche e acute. Queste ultime hanno un basso grado di maturità delle cellule leucemiche e un decorso rapido e aggressivo, mentre le prime hanno un alto grado di maturità delle cellule leucemiche e un decorso meno rapido e aggressivo.
Ma trattiamo quelle acute, in cui vi è una mancata o insufficiente produzione di elementi maturi nel sangue. I sintomi e i segni di insufficienza midollare sono: anemia, piastrinopenia e infezioni.
La leucemia acuta in media si manifesta nelle persone dai 60 anni in su ed è rara in età pediatrica. I fattori ambientali che portano a contrarre questa malattia possono essere radiazioni, pesticidi, benzene e alchilanti. I fattori genetici invece sono Sindrome di Down, Sindrome di Bloom,…


In una persona su cento affetta da leucemia acuta, si manifesta la leucemia acuta fulminante o promielocitica, in cui si ha il blocco maturativo delle cellule leucemiche allo stato di promielocita. In Italia abbiamo circa 100/150 casi all’anno.
Naturalmente, è molto difficile da curare, perché le cellule tumorali sono diverse (tra pazienti diversi e all’interno dello stesso paziente), cambiano nel tempo o possono sviluppare resistenza a un farmaco. Inoltre non è sempre facile discriminare una cellula tumorale da una sana: ecco perché molte terapie hanno ancora effetti collaterali parecchio pesanti. I tumori si curano con approcci terapeutici multidisciplinari (chirurgia, radioterapia, vari farmaci, chemioterapia,…)
Le cellule tumorali si riproducono molto più rapidamente di quelle normali; la chemioterapia serve proprio a interferire con i meccanismi di replicazione delle cellule, uccidendole (azione citotossica).
L’effetto della chemioterapia, quindi, si fa sentire soprattutto sui tumori che crescono velocemente, ma anche su alcuni tipi di cellule sane soggette a rapida replicazione (effetto collaterale).


Nel corso degli anni, la leucemia è diventata sempre più da malattia fatale a malattia curabile: negli anni 80, con la chemioterapia, circa il 50% dei pazienti guariva, ma i tassi di recidiva erano molto alti; negli anni 90, circa l’80% dei pazienti guariva e si sono ridotti i tassi di recidiva; ad oggi, invece, più del 90% dei pazienti guarisce e non recidiva. Questo anche grazie all’avvento di nuove tecnologie, con cui è possibile effettuare una terapia ‘chemo-free’, e grazie a ciò la leucemia acuta promielocitica è la forma di leucemia più curabile.
Per altri tumori, invece, purtroppo, siamo ancora lontani dal raggiungere queste percentuali, per questo è importante sostenere la ricerca scientifica, che fino ad ora ha fatto passi da gigante e oggi da moltissimi tumori si può guarire.

di Alessandra Giorgetta