Dove i giovani valorizzano la vita dei nonni

 

Una nuova Livigno che ricorda com’era

di Laura Odino, 2D

Se qualcuno ti chiedesse: “Che ruolo pensi abbiano le tradizioni nel mondo moderno?” Potresti rispondere che sono spesso trascurate per dare spazio alle nuove tecnologie, in quanto non c’è il bisogno di ricordare le cose vecchie e passate di moda, nel momento in cui sono già state rimpiazzate da quelle recenti, sicuramente più funzionali e comode. Ma davvero in tutti i posti è così? Non proprio. Ne è un esempio Livigno, sulle Alpi lombarde a ridosso della Svizzera, dove la quotidianità di un’epoca fa non è ancora andata distrutta. Ma allora dove si può trovare più precisamente questo passato da rivivere?

Nel centro di Livigno si trova il “Museo Mus!”. La costruzione, diventata museo, era una tipica casa livignasca del ‘700. Una volta sui suoi tre piani interni erano presenti una stalla e un fienile, mentre all’esterno si trovavano un orto, una siepe e un pozzo per l’acqua. 

da https://www.livigno.eu/museo

Il Comune nel 2015 decise di convertirla in museo etnografico, anche perché  ha tutte le particolarità delle abitazioni montane di una volta.   

All’interno si possono trovare mobili antichi e oggetti che al giorno d’oggi sono più unici che rari. Guide volontarie, che mettono a disposizione il loro tempo libero per promuovere il piccolo museo, raccontano come la casa montana si sia  evoluta passo dopo passo nel tempo .

Perché visitare il “Museo Mus!”? Perché qui si respira davvero l’aria di una volta, un’aria che non si può buttare via e che merita di essere preservata. Diciamo anche che non è una semplice ricostruzione, ma ci sono riferimenti alle tradizioni, alle credenze popolari, alla gastronomia e ai dialetti locali.

Insieme al Museo Mus! merita attenzione la Festa del Costume livignasco, un evento caratteristico e unico, tappa obbligata se si viene in vacanza a Livigno in estate.

https://www.ilovelivigno.com/liv/index.html@p=29758.html

La serata inizia con una sfilata nella via principale, nella quale la gente del posto indossa gli abiti che venivano usati un tempo. Durante la festa i bambini sfilano con gli animali, in continuità con quello che è sempre stato il rapporto tra uomo e bestiame in montagna. È una serata molto importante per i Livignaschi, da sempre legati ad una vita rurale, a causa della conformazione del territorio, arroccato a 1800 metri di altezza.

La ricorrenza unisce le persone che abitano nel paese e permette loro di dare visibilità allo stile di vita dei loro nonni, molto difficile a causa degli eventi meteorologici e delle temperature rigide.

Dislocate per la via principale si trovano rappresentazioni dei mestieri di un tempo: c’è chi fila la lana, chi riempie i cuscini, chi macella la carne, chi prepara il pane, chi si occupa di una locanda e chi aggiusta le macchine, tutto rigorosamente svolto con gli utensili dell’epoca. In queste piccole scene di vita quotidiana i protagonisti sono le persone più anziane che interagiscono con i giovani.

Questi nonni sembrano fieri di insegnare il lavoro manuale ai figli e ai nipoti, soprattutto perché queste sono attività che non sono più svolte come prima fonte di reddito e sono oggi automatizzate. Sembra che il tempo si sia veramente bloccato a molti decenni fa, quando i ragazzi apprezzavano ancora le piccole cose e si davano da fare in qualcosa di concreto, senza sprecare tempo davanti agli schermi.

La Livigno del 31 Luglio è diversa rispetto a quella di tutto il resto dell’anno: un’atmosfera magica avvolge tutti, quella che dimostra la volontà degli abitanti di non voler dimenticare le tradizioni centenarie e di volerle continuare a nutrire. Già dall’altissimo numero di persone autoctone che partecipano alla sfilata si intuisce questo desiderio, quello del ricordo che deve diventare indelebile. Infatti i Livignaschi, pur avendo creato un luogo lussuoso, in cui ci sono negozi e alberghi molto sfarzosi, vogliono festeggiare le proprie radici e paiono essere grati ai genitori, che con la fatica e l’impegno li hanno aiutati a diventare quelli che sono ora. È per loro una ricorrenza utile a staccare la spina dalla frenetica vita di tutti i giorni e a dedicarsi completamente alla famiglia: si può dire che è un vero e proprio tuffo nel passato e un bel gesto di riconoscenza nei confronti degli anziani.

Si scopre così come un luogo riesca a plasmare il carattere dei cittadini e come l’uomo da sempre si sia ingegnato per superare i limiti del proprio territorio, cercando di sfruttarne al massimo le potenzialità, anche in condizioni apparentemente difficili. Capiamo quindi il punto di origine, caratterizzato da una Livigno invivibile e disagiata, e il punto di arrivo: una Livigno diventata meta turistica affollata in ogni stagione dell’anno.

Il bello delle vacanze è anche questo: misurarsi con usi e costumi distanti dai nostri, che tuttavia ci fanno riflettere e ci arricchiscono umanamente. L’unicità dei viaggi è scoprire ad ogni passo uno scorcio, un’opera, che non avremmo potuto vedere rimanendo a casa, ma che si può godere solo spostandosi tra le usanze altrui. 

Una gita a Livigno permette di conoscere un paese gioiello incastonato nelle Alpi… dove le tradizioni rendono la località viva e uniscono le persone di tutte le età.