Colombo: oggi come ieri lo sguardo sul mare di Barcellona

Dal 1888 Barcellona ospita un magnifico omaggio al navigatore più famoso di tutti i tempi: nientemeno che il celeberrimo Cristoforo Colombo, il Genovese.

di Gabriele Pecchi, 2 D

Una sua statua dall’altezza sbalorditiva (sessanta metri), soprattutto per l’epoca, si erge sulla piazza di fronte al porto più grande del Mediterraneo, circondata da silos, enormi gru e di fronte a un intenso traffico di navi da tutto il mondo e di ogni dimensione.

In mezzo a tutto questo, ad un occhio vigile a quelle vestigia del passato che ovunque si protendono perché qualcuno le noti, non potrà sfuggire la sagoma eroica, stagliata sullo sfondo di edifici governativi e centri commerciali, dell’uomo che scoprì le Americhe.

Tra lo splendore del Sole e l’esuberanza del mare battuto dai suoi raggi, pare che un pallido lumino ardisca sfidare gli elementi col suo debole lucore, lì, sulla Plaça Portal de la Pau, in uno dei principali centri del turismo della città. Preda di una folle vanità, sembra gloriarsi di meriti non suoi, sotto i duri sguardi di disappunto dei grattacieli suoi superiori e lontano dagli occhi delle folle. 

 

Facendosi largo tra gli astanti di fronte alla magnificenza degli edifici storici della piazza e del sinuoso ponte galleggiante che porta all’isola artificiale nella baia, sarà possibile notare la luce farsi più intensa, ed assumere sempre più le sembianze di un’imponente colonna alla greca, il capitello corinzio che spicca lassù in alto. Eppure, quelli che inizialmente parevano i motivi floreali tipici dell’ordine, si rivelano figure umane che sorreggono un gigantesco mappamondo su cui si erge l’artefice di quest’impudente sfida alle potenze dell’universo.

A dire il vero sembra un po’ pretenzioso, con il braccio proteso verso l’orizzonte, la posa orgogliosamente eretta, lo sguardo alto e il mantello svolazzante. Infatti, non sembrano molti gli occhi che nel turbine della folla si alzino a guardarlo per più di qualche attimo, prima di essere nuovamente strappati da quella vista e puntarsi famelici sui molti ristoranti e negozi di souvenir sorti al limitare della piazza.

La marea delle genti continua a ondeggiare, spinta dai più bassi istinti del turista, ora lambisce una gelateria, ora si riversa nella direzione opposta, verso un cartellone dai colori vivaci che promette “el mellhor hamburger de Barcelona“.

Qualche informazione di più sulla struttura del monumento

L’opera si compone essenzialmente di cinque parti:

Il basamento in cemento, composto da grossi blocchi color ruggine disposti in un cerchio a più strati sovrapposti e lievemente digradanti e circondato da leoni accucciati a mo’ di guardiani, attualmente in ristrutturazione.

Un secondo livello più stretto che regge la colonna vera e propria.

La colonna di bronzo scanalata, dalla base a più strati arrotondati, dove quattro figure angeliche con le braccia allargate e le ali spalancate sembrano aprire la strada a Colombo verso la sua meta, in segno di buon auspicio. Poco al disotto del centro si trova quello che sembra un sigillo di ceralacca, quasi che il tutto sia un dono impacchettato per colui che aprì la via verso le terre che ora sono al centro del mondo dei commerci e non solo, pur con le conseguenze negative che ciò ha portato, come la quasi totale scomparsa dei popoli degli Indios, come lui li chiamò. Ad infiocchettare il regalo, una finta catena avvolta intorno alla colonna, e al posto del nodo del fiocco, un’ancora, piuttosto in tema. Da notare il capitello dai quattro “riccioli” simili a quelli tipici dello stile ionico, ma allo stesso tempo rimandante al corinzio con le figure che lo sorreggono e gli ornamenti elaborati. Sopra al capitello, squadrato sulla cima, si trova un Mappamondo, retto da un anello di metallo finemente decorato, che a sua volta regge un piedistallo.

Alla fine di tutto questo, sulla sommità troviamo finalmente Colombo, in una veste larga, che regge con la sinistra il suo cappello, mentre con la destra punta all’orizzonte, il portamento fiero e lo sguardo deciso, per quel che si può distinguere da quasi settanta metri più in basso.

Non si può certo dire che il dono non sia stato ben preparato: a mezza colonna la scritta “Barcelona a Colom” è la dedica perfetta.

Uno dei leoni a guardia della statua
Il basamento con gli angeli in cima. Sopra si può notare il sigillo con l’ancora.

Conclusione

In definitiva, questo monumento rappresenta una delle maggiori opere per la memoria (cos’altro può dirsi che sia un monumento?) di quel navigante innocente e inconsapevole che senza volerlo ha cambiato le sorti del mondo, od almeno anticipato un evento che prima o poi sarebbe avvenuto: la scoperta del Nuovo Continente. Con la sua imponenza, purtroppo non sempre sufficiente perché i turisti lo notino, la colonna con relativa statua supera di gran lunga in splendore quella che Genova, città natale di Colombo, ha lasciato a lui e a chi vorrà vederla. Sarà invidia per le ricchezze e il prestigio che la Spagna ha ottenuto per aver accettato la richiesta di Colombo di mettere in atto il suo progetto per giungere alle Indie, non approvato in patria, ma il fatto è piuttosto sconcertante. Si può dire che a volte vedersi scappare un’occasione così sotto il naso gioca brutti scherzi.

Il monumento a Colombo di Genova

Disonorato in patria, o meglio, non sufficientemente onorato, poiché di lui a Genova si conserva almeno la presunta casa natale, e appunto una statua non infima, ma di certo non paragonabile a quella di Barcellona, Colombo è comunque sia uno di quegli uomini che la storia ricorda meglio degli altri e che nessun bambino da qualunque parte del mondo può dire di non conoscere.