RIFLETTENDO SULLA GIORNATA DELLA MEMORIA

Rebecca Lacorte, della classe I QL del Liceo Scientifico delle Scienze Applicate Quadriennale, del II istituto di Istruzione Superiore “A. Ruiz” di Augusta, fa delle interessanti considerazioni sulla Giornata della memoria.

 

È molto triste pensare a come un uomo possa essere trattato solo perché diverso. Un uomo umiliato continuamente, picchiato, deriso, privato di ogni dignità non può essere definito tale.

Nella poesia di Primo Levi “Se questo è un uomo” è presente un verso molto significativo: “Meditate che questo è stato […] Vi comando queste parole, […] Ripetetele ai vostri figli.”

Questa tragedia molto spesso viene considerata un complotto e nessuno, forse per paura di impressionare i figli, forse per mancanza di tempo, racconta ciò che è accaduto, ma la memoria, il ricordo sono fondamentali; senza memoria non si può costruire il futuro.

Pensare che all’interno di uno di quei campi di concentramento ragazzi come noi venivano costretti al lavoro forzato o usati per esperimenti è orribile.

Dal racconto di Primo Levi traspare la rassegnazione, la convinzione di morire da prigionieri, il ricordo del tempo passato. Spesso ci lamentiamo per cose futili, per un piatto che non ci piace, o la felpa costosa che i genitori non vogliono comprarci. In quei momenti dovremmo pensare a tutti coloro che, come Primo Levi, lottavano per un po’ di minestra o custodivano con gelosia i propri vestiti per paura di esserne derubati da un momento all’altro.

“Eccomi dunque sul fondo”, una vita peggiore di questa non credo possa esistere. Levi, alla fine della poesia “Se questo è un uomo”, condanna coloro che non racconteranno questa storia: “O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi.”

Tutto ciò che è stato subito dagli ebrei e dagli altri prigionieri non deve essere vano, deve servire anche a noi per essere delle persone migliori, anche se non sembra che abbiamo imparato tanto da questo tragico passato considerando le guerre che ancora oggi si manifestano con crudeltà nel mondo.

REBECCA LACORTE I QL