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“Non siamo macchine pensanti che si emozionano, ma macchine emotive che pensano’’

 

Esplorare l’intricato labirinto dell’evoluzione: il Darwin Day 2024 al Liceo D’Oria

di Sara Mercurio e Ginevra Venturi, 3D

 

Il 12 Febbraio, il Liceo D’Oria di Genova ha celebrato il Darwin Day, già ospitato l’anno precedente, per ricordare la nascita dello scienziato e biologo Charles Darwin, che formulò la teoria dell’evoluzione della specie. I partecipanti, studenti e non solo, hanno avuto l’opportunità di esplorare la teoria darwiniana attraverso gli interventi di Domenico Saguato, del centro di documentazione ‘’Logos’’, docente e divulgatore scientifico, e di Silvano Fuso, del gruppo CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze), docente e ricercatore scientifico: nello specifico, i due relatori hanno affrontato i temi dell’irrazionalità dell’uomo e del concetto di violenza e guerra nell’evoluzione della specie umana. Presente, per il corpo insegnanti del Liceo D’Oria, la professoressa Martina Savio, che ha  introdotto la conferenza.

Il primo a intervenire è stato Saguato, che ha iniziato parlando  dell’evoluzione dell’essere umano, analizzando la sua diversità rispetto agli scimpanzé: con il 99% di patrimonio genetico condiviso, ciò che ci rende umani va oltre la similitudine genetica. Ha fatto inoltre riferimento alla storia dell’uomo preistorico, partendo dall’analisi dell’uomo di Neanderthal, estinto 40,000 anni fa. Diverse prove suggeriscono rapporti intimi tra Neanderthal e l’essere umano, confermate dal DNA condiviso, ma non del tutto identico. Una delle sostanziali differenze tra lo scimpanzé, da cui ci siamo evoluti, e l’essere umano  è l’approccio alla violenza: la capacità di gestire gli istinti violenti è sicuramente uno dei principali fattori che ha permesso di delineare le differenze tra ominidi e animali. L’evoluzione ha permesso a noi esseri umani di essere l’unica specie al mondo in grado di contenerla grazie allo sviluppo della corteccia prefrontale. Il relatore ha poi parlato della diversità che ogni essere umano presenta rispetto ai suoi simili e di come, anche in base al paese in cui si vive, si può distinguere un maggiore sforzo nel cercare di rafforzare le sinapsi presenti nella corteccia. Un esempio lampante è la differenza di tasso annuo di omicidi in due paesi diversi, che hanno valori, culture e leggi diverse l’uno dall’altro. In Giappone la percentuale di omicidi è dello 0,2% all’anno, mentre negli Stati Uniti raggiunge addirittura il 17,3% all’anno.

 Il dibattito sulla nostra evoluzione continua, ma la tesi predominante è che ci siamo auto-addomesticati; un passo fondamentale per la nostra complessa organizzazione sociale. Tuttavia Saguato ha rilevato come prima della rivoluzione neolitica (quindi prima della scoperta dell’agricoltura) non ci siano state guerre, citando la teoria di Karl Marx secondo la quale tutte le guerre nascono dalla proprietà privata dei mezzi di produzione. La violenza umana può essere scaturita da diversi fattori: essendo un meccanismo biologico, da sentimenti come rabbia o paura (si tratta del caso della violenza reattiva). La violenza però non nasce sempre come offensiva; in determinati casi può essere usata come meccanismo di difesa, come metodo di sopravvivenza in situazioni in cui agire violentemente è l’unico modo per continuare a vivere. Al contrario, la violenza perpetrata per conquista alla ricerca di ampliare o mantenere le proprietà è puramente offensiva e ha come scopo quello di ferire la vittima. A questo proposito, durante la conferenza Saguato ha fatto riferimento alle guerre nel mondo antico, parlando di come sia in Grecia che nell’impero Romano uno degli scopi principali delle guerre fosse la conquista degli schiavi (un aspetto sottolineato in particolare dall’eminente storico Luciano Canfora in una recente monografia). Possiamo quindi dire che la guerra è l’espressione più cinica e distruttiva della violenza. Tuttavia, quest’ultima non sempre viene utilizzata al fine di danneggiare il prossimo.

Continua Silvano Fuso, che focalizza l’attenzione sul contrasto alle pseudoscienze e alle “fake news” scientifiche. Sottolinea che la diffusione rapida delle false notizie è facilitata dalle caratteristiche del nostro cervello, spesso orientato emotivamente nelle decisioni. Noi crediamo che le nostre decisioni siano sempre il risultato di un ragionamento, ma in realtà, spesso, le cose stanno diversamente: citando il neuroscienziato Antonio Damasio, Fuso evidenzia che le nostre scelte, quando non sono consapevolmente orientate al senso critico, sono compiute per la maggior parte su base emotiva. Ciò porta a prendere per vere anche informazioni assolutamente false, le quali ci portano a rifiutare le teorie la cui validità è dimostrata, cosa che successe anche con le teorie di Darwin.

Silvano Fuso collega queste peculiarità cognitive alla resistenza a teorie come quella darwiniana, insistendo sul fatto che la razionalità richiede un processo graduale e faticoso per adattarsi al mondo complesso in cui viviamo oggi; paradossalmente, tuttavia, ciò nasce anche da una caratteristica evolutiva: nel cervello umano permangono meccanismi volti ad assicurare la sopravvivenza della specie attraverso il ricorso a decisioni rapide e non mediate dal ragionamento, utili per sfuggire a pericoli immediati (si tratta delle cosiddette euristiche). Egli continua il suo discorso facendo l’esempio delle illusioni ottiche, secondo cui a noi appare un’immagine diversa da quella reale, ed illustrando diverse altre euristiche e bias cognitivi, per esempio l’attribuzione di un fine a oggetti inanimati e dare per buono il primo dato offerto. Noi esseri umani siamo maggiormente predisposti a recepire le fake news, in quanto l’emotività e l’irrazionalità costituiscono un substrato nella nostra mente.

Dalla riflessione sulla nostra interpretazione storica a un’analisi dettagliata delle tracce del nostro passato, passando per i dati genetici e uno sguardo agli altri primati, così come alle forme più antiche di espressione e percezione della coscienza, i due ricercatori hanno commemorato il compleanno di Charles Darwin.