Lettere dal fronte (6)… ricordando il 25 Aprile

Ucraina, 28 dicembre 2023 


Amore mio, 
ormai sono passati più di sei mesi da quel maledetto giorno, da quella telefonata che ci ha cambiato per sempre la vita. 
Eravamo felici e tutto andava per il verso giusto. Era il 3 giugno del 2022 e nostro figlio compiva tre anni; quella giornata di festa per tutta la famiglia non me la scorderò mai! Ci ha fatto dimenticare per un momento quello che stava avvenendo fuori. 
Era troppo perfetto, però, infatti alla sera arrivò la notizia. 
Il telefono iniziò a squillare come fosse impazzito, non smetteva più e alla tua risposta una voce seria e decisa ti disse: “Salve, sono il generale dell’esercito ucraino, lei è il signor Slavik Tischenko?”.

L’atmosfera cambiò improvvisamente, tutta la felicità di quel giorno al sentir pronunciare quelle parole morì.

Tu rispondesti: “Sì, sono io”.

Il comandante allora fece svanire quel poco di speranza che ancora era rimasta e disse: “Lei è stato chiamato per aiutarci a reprimere l’offensiva dei russi verso Odessa; guardando il suo curriculum abbiamo notato che non ha fatto alcuna esperienza militare finora, quindi la porteremo in un campo di addestramento per tre mesi e poi sarà pronto per il fronte.  La verremo a prendere domani mattina alle sette alla stazione di Vinnitsia, non si porti troppe cose ma solo l’indispensabile; arrivederci”.   

Io non ho resistito e sono scoppiata a piangere, tu ti sei chiuso in stanza a fare le valigie e per tutta la sera non abbiamo parlato. La mattina seguente non riuscivo a crederci, la guerra ormai era iniziata da quattro mesi e non ti avevano ancora chiamato. Perché proprio adesso? Perché far rischiare la vita a un ragazzo di vent’otto anni che non ha mai preso in mano un’arma? Ma soprattutto, la domanda che ancora ora mi pongo è: che senso ha questa guerra?
La mattina seguente, una volta arrivati in stazione, ci siamo salutati e mi hai detto di non preoccuparmi, di essere forte e che ci saremmo rivisti presto. 
Sono passati sei mesi e ancora non ti ho visto; vivo con la costante paura che ti sia successo qualcosa, ogni volta che sento dei missili passare o dei bombardamenti penso a te. 
Delle volte riguardo i video che mi mandavi mentre eri al campo ad addestrarti, che forza che avevi per riuscire a tirare su tutti quei pesi e per immergerti in mutande in un fiume quando fuori c’era la neve!                   
Nasarchek cresce ed è sempre più legato a te. Ieri, mentre giocava con una macchinina, gli ho chiesto se me la dava e lui ha detto: “No! Me l’ha regalata papà!”; passa intere giornate in camera nostra sotto le coperte dove di solito dormivi tu.     

Tesoro, qui ti salutano tutti, tua mamma è preoccupatissima e sta sempre al telefono per cercare di contattarti. Mi raccomando, non mollare, che tra poco finirà tutto, ne sono sicura! 
Io il senso della guerra proprio non lo capisco: ammazzare gente e rovinare città solo per la voglia di avere più territorio e sentirsi più potenti!?!
Sii forte, amore, ti voglio un mondo di bene!
                                                                                                                                         

Tua moglie  


La lettera è dedicata a mio cugino Slavik, che ha perso la vita in questo conflitto e che vediamo in  fotografia.

Giorgia Falcetti, 3G, Secondaria Salvemini