All’inizio è stato spaesante

Non avevo compreso la situazione e non sapevo come comportarmi. Quanto sarebbe durato, come avrei passato il tempo, se fosse peggiorato il virus, erano tutte cose che non sapevo.

Non è stato semplice, ogni giorno desideravo sempre di più poter avere una casa per me, anche solo un piccolo appartamento, per poter assaporare la solitudine come si deve. Niente litigi o limiti inutili: io e la mia testa. La mia noia e i miei problemi, le mie paure e le mie ansie, non quelle degli altri.

Tralasciando alcuni doveri come la didattica a distanza, lo studio e le faccende domestiche, devo ammettere di essermi sbizzarrita. Sono fiera di me. Non smettevo di cucinare, ho scritto, disegnato, provato a dipingere, ascoltato album interi senza fare molto altro nel mentre e ho scoperto nuova musica.

Ho provato a imparare una nuova lingua. Di certo non volevo impararla seriamente, non avevo chissà che obiettivi, ma il giapponese mi ha sempre affascinato quindi perché no?

Era quasi terapeutico, perché non lo studiavo come una materia scolastica, ma scrivevo lentamente sul mio quadernetto, con disegni e colori, senza fretta, poco alla volta.

Non riuscivo a stare così tanto ferma, mi allenavo e giravo per casa sperando di sfogarmi in qualche modo.

A volte pulivo la casa, sistemavo o riordinavo la camera, senza un vero e proprio motivo.

Ho anche riletto alcuni libri: avevo finito il lievito madre.

Tra le cose che la quarantena mi ha insegnato è vivere con sé stessi quando non hai altra scelta.

Ho sempre paura di perdere tempo, ed essere obbligata a stare in casa mi ha permesso di imparare a godermi certi momenti di puro pensiero. Senza fare nulla.

Ho trovato nuovi metodi per rimanere in contatto con le persone, e ho notato che tutti, ragazzi, adulti, professori e talvolta anche anziani, hanno imparato ad utilizzare la tecnologia in modo più responsabile ed intelligente.

Mi sono concentrata su me stessa, cosa che nella nostra società non è sempre visto positivamente.

Mi spiego meglio: viviamo in un mondo dove la produttività non deve cessare.

Siamo come macchine, sempre pronti a raggiungere determinati obiettivi, che guarda caso, non riguardano mai la crescita personale o la propria salute mentale, ma i soldi, il lavoro, il successo, il potere. Finalmente ho fatto qualcosa per me.

Dopotutto, è stata una situazione terribile, e abbiamo dovuto sopportare le conseguenze anche dopo la quarantena. Però, nonostante possa risultare contraddittorio, mi piaceva quella bizzarra sensazione di follia. Follia vigorosa e sana.

Per concludere, avere degli animali domestici può salvarti, invece, dalla follia dannosa, quella nociva.