• Home
  • Blog
  • Articoli
  • La lotta dei teatri contro il Covid, tra difficoltà economiche e consapevolezza di svolgere una funzione fondamentale per la società.

La lotta dei teatri contro il Covid, tra difficoltà economiche e consapevolezza di svolgere una funzione fondamentale per la società.

di Matteo Barcella IB.

Ogni giorno sentiamo notizie e aggiornamenti sulla situazione Covid19 che stiamo vivendo in questo momento. Una delle più importanti che abbiamo ascoltato è stata la chiusura dei Teatri e come stanno cercando di continuare le loro attività.

Direttore Romeo
Abbiamo raccolto la testimonianza del Dottor Romeo, direttore della Fondazione Luzzati Teatro della Tosse di Genova.

Come vi siete organizzati, in tempo di covid? Che misure di precauzione avete adottato, per una possibile futura riapertura?  

 In una prima fase, dove potevamo fare spettacolo siamo stati attenti a immaginare delle forme di rappresentazione che potessero essere coerenti con le normative.  Noi lavoriamo principalmente in estate, il primo spettacolo che abbiamo fatto è stato all’aperto, costruendolo drammaturgicamente con la possibilità per il pubblico di muoversi nel rispetto delle norme. Oltre alle cose a cui siamo abitatati, come mascherina, la distanza, abbiamo costruito questo spettacolo in modo tale da far entrare gruppi di 10\15 persone, senza il rischio di creare assembramenti; poi abbiamo immaginato che ogni gruppo potesse fare un itinerario, a Duchessa di Galliera, senza mai incontrare gli altri. Il gruppo ristretto, nel momento in cui si trovava davanti all’attore che recitava, si posizionava su dei bolli appositi. Ogni quindici minuti si facevano entrare gruppi diversi, in modo tale da riuscire a far entrare le persone a giro. Dopo l’estate, quando siamo ritornati in sala, abbiamo garantito le distanze in sala, con un posto occupato e due liberi e anche la sicurezza degli attori, tramite una recitazione frontale.   

Negli spettacoli online, come Onlifenella vostra programmazione, quale è stata la perdita più grande per voi? Quali cambiamenti più significativi?

Lo spettacolo non è  fatto solo da chi recita, non è solo recitazione, ma anche interazione fra la platea e il palcoscenico; vive nello scambio. Il teatro ha due unicità: la compresenza nello spazio e nel tempo. Il fruitore dell’opera e l’artista stanno nello stesso luogo e nello stesso momento. In un film, l’artista immagina quella che può essere la reazione del pubblico, mentre noi viviamo del fatto che l’osservatore modifica l’opera In Onlife abbiamo immaginato una cosa in mezzo fra l’online e la compresenza con il pubblico, in modo che l’online riuscisse a mantenere l’interazione.

Per quanto riguarda l’organizzazione con le compagnie teatrali, avete avuto dei problemi oppure vi sono venuti incontro?   

È un momento difficile, tutti ci sono venuti incontro, le stesse compagnie ci aiutavano, facendo proposte, condividendo la propria creatività con nuove idee. La grande difficoltà, anche economica, la vivono i tecnici; quando facciamo spettacoli online non abbiamo lo stesso ritorno economico che abbiamo in uno spettacolo dal vivo, anche in termini di quantità e di continuità. 

Lo Stato vi ha aiutato con dei sussidi? 

Noi siamo un teatro di interesse culturale, riconosciuti dal Ministero della Cultura, pertanto riceviamo un contributo indipendentemente dalla situazione Covid.  Ci sono stati garantiti dal ministero, nel 2020, gli stessi sussidi che ricevevamo prima, nonostante l’attività si sia ridotta. È arrivato ai lavoratori dello spettacolo è arrivato un piccolo, troppo piccolo, contributo.  L’aiuto che è arrivato alle strutture è stato sufficiente per tenerle in piedi, quello ai lavoratori un po’ meno.  

Sareste pronti a riaprire il Teatro a pieno regime? 

Si saremmo pronti; una riapertura in estate renderebbe le cose più difficili, in quanto l’attività in sala non funziona. Dipende da quello che saranno le restrizioni, finora con un 25% dei posti a sedere. Sarebbe possibile riaprire, ma sarebbero necessari dei sostegni ulteriori perché altrimenti noi non potremmo coprire il costo dello spettacolo con il numero della sala ridotta. Siamo ottimisti, sapendo che la nostra è una funzione fondamentale, deve esistere,  faremo di tutto per aprire, appena possibile.  

Il concerto di Barcellona, dove più di 5000 persone vaccinate hanno partecipato che cosa rappresenta per lei?  

Sono situazioni particolari, dipende dalle normative e da chi dipende la responsabilità. In Italia, finora, penso che sia impossibile; penso che non si debbano bruciare le tappe, aspettando che la situazione si risolva.

Il vostro staff è stato vaccinato?

No, ovviamente il nostro staff non appartiene alla fascia di età del vaccino. Soprattutto per la nostra categoria non viene ritenuta necessaria la vaccinazione.