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Quanto è stata aiutata l’#Italia durante il #coronavirus?

di Aurora Piccardo, II B

Il ministro degli Esteri, Luigi di Maio, ha dichiarato in un tweet del 27 aprile: “Solidarietà e amicizia sono valori fondanti di un’Europa che deve aprire i propri orizzonti e agire concretamente verso gli Stati membri. Di questi gesti non ci dimenticheremo” ed ha similmente ringraziato molti altri Paesi che ci hanno aiutato.

L’Italia, durante questo duro periodo del coronavirus, a causa della mancanza di adeguate strutture sanitarie e di personale medico, ha emanato un decreto (“Cura Italia”) in cui vengono disposti 3 miliardi di euro a supporto del sistema sanitario e viene consentito l’arrivo di personale anche dall’estero.

Ma chi sono quindi i Paesi che ci aiutano? E la loro è una donazione o un contratto di compravendita?

 

Il governo è solito definirli “aiuti”, senza fornire una distinzione

dal profilo Twitter del ministro degli Esteri Di Maio –Donazione di materiale sanitario dalla Slovacchia

fondamentale tra ciò che è stato regalato e ciò che è stato comprato, e solo alcune fonti del Ministero hanno indicato che gran parte del materiale non è una donazione. Sebbene la stessa Croce Rossa cinese ci abbia fornito fin dal 13 marzo supporto inviando un team di nove medici a Roma e donando tonnellate di attrezzature sanitarie, la maggior parte dei materiali sono forniture, ossia acquisti. Non bisogna tuttavia dimenticare il grandissimo aiuto che ci hanno dato, come dimostra in una dichiarazione il vicepresidente della Croce Rossa cinese Sun Shuopeng: “Abbiamo portato  (dalla Cina) anche la settima versione della soluzione clinica contro il #Covid, che è la più aggiornata in questo momento”.

Ciononostante la Cina non è stata la sola a starci vicino durante questo periodo difficile. La Russia  ha inviato ventilatori, tute protettive, macchinari, tamponi, e medici militari specializzati in virologia ed epidemiologia; la Germania  ha spedito attrezzature per l’assistenza respiratoria; l’Albania  ci ha supportato mandando 30 medici a Bergamo, una delle zone più colpite; Cuba ci ha supportato con 52 medici a Milano; l’Austria,  oltre ad aver portato in Italia più di un milione di mascherine, ospita in terapia intensiva 11 italiani; la Serbia  assieme al Brasile, all’Egitto, all’India ha spedito  materiali sanitari e mascherine; e molti altri ci sono stati vicino.

Non si è in grado di farne un elenco completo perché in uno solo giorno si ricevono innumerevoli donazioni e lo stesso ministero degli Esteri dichiara che è “pressoché impossibile” catalogarli.

il nostro obbiettivo è rimanere uniti da lontani, riconoscendo l’impegno di tutti questi Paesi che hanno sostenuto l’Italia, ringraziandoli e lottando con loro per una ripresa veloce e sicura.