Uno sguardo su una Bogliasco sostenibile

Iniziative, progetti e obiettivi del comune di Bogliasco.

di Giulia Portalupi, 1B

Il giorno 16 marzo ho avuto l’opportunità di intervistare Michela Malacarne, consigliera comunale di Bogliasco con delega al decoro, al riuso, allo spreco alimentare e all’arredo urbano. Nell’intervista la consigliera illustra le sfide e i progetti per rendere il comune di Bogliasco sensibile al tema della sostenibilità e del riuso e alla lotta allo spreco, in relazione anche alle attività svolte nelle scuole con i ragazzi.

Int.: La sostenibilità e la cura dell’ambiente sono sentite come priorità a Bogliasco?

«Per Bogliasco, il Comune dove sono Consigliera, la sostenibilità e la cura dell’ambiente sono fattori molto importanti. Il nostro Comune è capofila del CEA (Centro di Educazione Ambientale), che realizza iniziative di comunicazione, formazione e informazione sui temi dell’ambiente, della sostenibilità e dell’economia circolare. Alcuni progetti vengono pensati proprio per affrontare argomenti specifici che riguardano la mia attività, ma che coinvolgono anche l’ambiente come, ad esempio, il progetto “marine litter” che coinvolge la scuola e che riguarda il contrasto all’inquinamento marino da rifiuti plastici in un’ottica di economia circolare per una riduzione del consumo di plastica.»

Int.: Ci sono delle aziende o degli enti esterni che collaborano nella lotta contro lo spreco alimentare? Se si, in quali iniziative?

«Si, abbiamo coinvolto un ente esterno al Comune chiamato “Ricibo”. Ricibo è una rete nata a Genova nel 2017 che ha come obiettivo principale la lotta contro lo spreco alimentare. Questa rete di associazioni, sia laiche che religiose, raccoglie le eccedenze alimentari per poi distribuirle alle persone in difficoltà economica. Questo risponde concretamente a due esigenze: quella di ridurre lo spreco  e quella di assicurare un pasto alle persone in difficoltà. Inoltre, si occupa della divulgazione nelle scuole e qui nasce la nostra collaborazione con un progetto che si chiama “Buon appetito piatto pulito”. Questo progetto coinvolge insegnanti e studenti e focalizza l’attenzione e la riflessione sullo spreco alimentare nelle mense scolastiche, anche con attività pratiche e proposte pensate dai ragazzi.»

Int.: Cosa possono fare secondo lei i ragazzi per contribuire  alla lotta contro lo spreco alimentare?

«Secondo me i ragazzi hanno un grande potere, ovvero quello di coinvolgere le famiglie . Il maggior spreco, infatti, è quello che avviene nelle nostre case ed è per questo importante una buona educazione scolastica , che poi diventa “contagiosa” in famiglia. I ragazzi possono assumere comportamenti virtuosi in casa, ad esempio mettendo in pratica l’ “osserva, annusa e assaggia” per capire se il prodotto è ancora commestibile senza basarsi solo sulla data di scadenza presente sull’etichetta. I ragazzi, poi,  dovrebbero iniziare a chiedere di portar via quello che avanzano nelle mense, nei locali, nei fast food utilizzando la “doggy bag”. La reticenza degli adulti dovrebbe essere superata dalla buona pratica messa in campo dai giovani e questo porterebbe a compiere  il cambiamento sociale che fino ad oggi non siamo riusciti a fare.»

Int.: Ci sono iniziative, manifestazioni o eventi organizzati dal Comune per sensibilizzare l’opinione pubblica?

«Vengono organizzati vari eventi, come l’iniziativa “Using Less, Doing More” che prevede sia la pulizia della spiaggia sia occasioni di approfondimento di  temi come il riciclo e il corretto utilizzo dell’acquaoppure il “Posidonia Green Festival” , un eco-evento che sponsorizza  azioni concrete, tra cui quelle che afferiscono al mio campo ovvero il riuso di scenografie e la creazione delle stesse con materiali raccolti durante la  pulizie delle spiagge, in modo da ridurre il consumo di carta.»

Int.: Quali  obiettivi ulteriori si è prefissata di perseguire nel medio-lungo termine nelle  attività di lotta allo spreco e al riuso?

«Per quanto riguarda lo spreco alimentare,  spero di poter far collaborare la mensa scolastica con l’Associazione Ricibo per la distribuzione delle eccedenze alimentari.   Per il riuso di oggetti e vestiti,  ho pensato di organizzare uno Swap-party per lo scambio ed il baratto di abiti usati in buono stato. In questi eventi i vestiti che non vengono barattati vengono donati ad un Ente benefico. Il Centro per il riuso rimane, però, un mio obiettivo per il medio-lungo termine.»