Il Gaslini accoglie i bambini Palestinesi

di Alice Moscatelli 1B

Il 24 marzo 2024 l’Istituto Giannina Gaslini è stato contattato dal Ministero della Salute per coordinare la stabilizzazione ed il trasporto in Italia di bambini palestinesi affetti da ferite di guerra e malattie che non possono essere curate nella striscia di Gaza. A missione terminata, ho avuto la possibilità di intervistare il responsabile sanitario della missione dottor Andrea Moscatelli, direttore del Dipartimento Emergenza e Accettazioni e dell’Unità Operativa Complessa di Terapia Intensiva Neonatale e Pediatrica dell’Istituto Giannina Gaslini. 

Come avete agito durante la missione?

“Durante i dieci giorni di missione abbiamo organizzato il trasporto dei bambini dal confine egiziano con Gaza alla nave ospedale Vulcano della Marina Militare Italiana, ormeggiata nel porto di El Arish. Abbiamo poi identificato negli ospedali egiziani i bambini che potevano essere trasportati in Italia con l’aereo e abbiamo anche agito sul campo trattando pazienti e preparandoli per il trasporto verso l’italia.”

Chi è stato coinvolto nella missione?

“La missione ha coinvolto anche il Ministero degli Affari Esteri e il Ministero della Difesa oltre a quello della Salute. Dopo aver raggiunto il Cairo, abbiamo affrontato un viaggio di 300 km nel deserto verso El Arish attraversando la penisola del Sinai. El Arish è la città egiziana più vicina al confine con Gaza (meno di 50 km). I profughi possono uscire da Gaza solo attraverso il varco egiziano di Rafah. Il processo è estremamente complesso ed è necessaria l’autorizzazione delle autorità egiziane ed israeliane. 

Dove sono stati portati i bambini una volta arrivati in italia?

“Alcuni bambini, quelli più stabili,  sono giunti al porto militare di  La Spezia  dopo quattro giorni di navigazione ;  i casi più delicati sono stati portati in Italia con due voli militari organizzati dalla 46a Brigata Aerea, che ha messo a disposizione due C130J. Una volta giunti nel nostro paese,  i bambini sono stati ricoverati in vari ospedali italiani,  tra cui il nostro istituto Gaslini. La Regione Liguria, come altre regioni, attraverso le associazioni di volontariato ha fornito l’assistenza alle famiglie al di fuori degli ospedali.”

Qual è l’obiettivo della missione?

“L’obiettivo della missione è quello di poter curare in Italia almeno 100 bambini. Dall’inizio del conflitto sono morti circa 30000 civili, per ogni civile deceduto nelle guerre moderne si stimano 4 feriti, quindi il numero di persone bisognose di cure è altissimo. All’interno di Gaza gli ospedali non hanno le risorse sufficienti per poter garantire a tutti i feriti cure efficaci. Nella striscia, il 42% della popolazione ha meno di 14 anni. I bambini stanno pagando un prezzo altissimo. In quelli da noi assistiti prevalgono gravi ferite di guerra: ustioni, fratture, traumi multipli, traumi cranici e amputazioni. Queste lesioni, oltre alle gravi sofferenze psicologiche, condizioneranno questi bambini per tutta la durata della loro vita.”

Il Gaslini sta contribuendo in altre maniere per aiutare altre vittime di guerra?

“Parallelamente a questa iniziativa il Gaslini sarà anche impegnato negli Emirati Arabi dove manderà equipes chirurgiche specializzate per aiutare i colleghi  a curare le vittime della guerra israelo-palestinese. Infatti, gli emirati sono stati tra i pochi paesi che si sono resi disponibili, come l’Italia, ad accogliere vittime di guerra palestinesi.”