Un tuffo nel passato

Le memorie degli artisti,  in uno dei musei più famosi al mondo, il Louvre.

di Elisa Rizzo, 2D

Tutto quello che serve, a volte, è tirare fuori la testa dai vicoli della propria città, e volare in un posto diverso. Parigi, nei suoi ampi viali alberati, nelle sue aggrovigliate linee urbane , è la città dell’arte, della cultura, dell’estro creativo .

Un simbolo di ciò, si ritrova facilmente in uno dei suoi più famosi musei: il Louvre.

Il Louvre è un edificio storico, che a sua volta contiene la storia: nelle sue sezioni si possono vedere opere che partendo dall’età classica, approdano fino al periodo romantico. Da oriente a occidente, sia il cittadino che il turista, possono ammirare l’espressione di popoli distanti nel tempo e nello spazio. Le opere contenute nel museo arricchiscono la cultura del visitatore, e ne sensibilizzano il carattere, sotto diversi punti di vista.

Passata la sala dedicata all’arte dell’età cretese e classica, mentre si sale un’ ampia scalinata , si può notare che la cima, illuminata, è sormontata dalla celebre Nike di Samotracia.

La statua, senza la testa, alata, si presenta sull’estrema estremità della prua di una nave marmorea ; essa è  avviluppata nel mantello, che sformato da un vento immaginario, è invece accarezzato dai raggi solari.

L’imponenza e la potenza della sola immagine trasformano il turista in naufrago, che, su un’imbarcazione di fortuna, dopo una tempesta, vede finalmente la luce, una nave pronta a farlo salire a bordo.

da https://www.analisidellopera.it/nike-di-samotracia/

Quando si riprende il cammino, si entra in un’altra stanza, dedicata all’età ellenistica e alle copie romane di bronzi greci. Certi ambienti del Louvre, danno l’impressione di avere una struttura e una forma strettamente legate a ciò che è esposto, e questa, non fa eccezione: le colonne ai lati e le pareti bianco marmo, si estendono per tutto l’ampio corridoio, e  terminano di fronte alle Cariatidi, guardiane del luogo.

Dal mar Egeo all’oceano Atlantico: il ritratto di un naufragio

Piano piano la visita procede e si arriva ad un’ala molto estesa del museo, è quella in cui sono conservati i dipinti del periodo dell’ Illuminismo, e del Romanticismo; se si svolta a destra ci si ritroverà in un’ampio salone, con alte pareti rosse, e un lucernario. In questo padiglione la dirompente emotività del romanticismo tinge le estese tele esposte, tra cui, “La zattera della Medusa”, di Théodore Géricault.

Il quadro potrebbe essere paragonato ad una fotografia di cronaca, infatti è  ispirato ad una reale tragedia,  famosa nell’ Europa dell’ epoca: si tratta del naufragio della fregata “Méduse”, in cui la mancanza di scialuppe costrinse 150 uomini su un’imbarcazione di fortuna. I sopravvissuti, di questi, furono solo 15.

Il dipinto presenta un’immagine cruda: colori molto cupi, le poche luci dipinte assumono la tinta di un crepuscolo; uomini ammassati su altri uomini, disperati, che chiamano aiuto.

La “Zattera di Medusa” di Théodore Géricault – da https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=17456087

Una volta riemersi da questo viaggio nella storia, si può tornare sulla Senna, e osservare i battelli colorati, i tipici venditori di quadretti appoggiati agli argini, e i lampioni della sera che si accendono.