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Inno alla Pace al Liceo D’Oria durante la Notte Nazionale del Liceo Classico

Di Isabella Manni, Emma Riciputi e Linda Simonotto, classe 1B

La sera del 5 maggio 2023 si è aperta la IX edizione della Notte Nazionale del Liceo Classico. Dalle  18:00 alle 23:00 nell’Aula Magna e nelle classi del  Liceo Andrea D’Oria, così come in altre centinaia di licei italiani si sono susseguite rappresentazioni teatrali, canzoni e poesie.

La prima esibizione canora della serata è stata eseguita da Giulia Corona di 4 B che ha portato il brano “La guerra di Piero” di Fabrizio De Andrè. Questo brano richiama il tema annunciato per la nona edizione della Notte Nazionale del Liceo Classico, ovvero la guerra. Come dichiarato dall’autore il significato di questa canzone è una vera e propria critica alla guerra e alle sue atrocità. L’ispirazione per questa canzone venne a De André dallo zio, sopravvissuto del campo di concentramento durante la Seconda guerra mondiale.

Successivamente la serata è proseguita con una denuncia alla guerra da parte dei ragazzi di 1 F che hanno rappresentato, attraverso alcuni monologhi, diverse scene e situazioni che sono realmente accadute durante conflitti recenti o meno. La prima rappresentazione è stata messa in atto da parte di tre alunni che hanno declamato alcuni aforismi e  frasi riguardanti la guerra pronunciati nel corso della storia da diversi personaggi famosi, tra cui Cicerone, Annibale ma anche da personaggi più recenti come Martin Luther King e J.F. Kennedy. Una delle frasi che più ha fatto riflettere chi ascoltava è stata pronunciata da Papa Francesco: “Ogni guerra lascia il mondo peggio di come l’ha trovato”. Al termine della piéce teatrale “La guerra è guerra” è stata recitata una poesia sulla luna, la “Luna di Kiev” di Gianni Rodari, simbolo di speranza per chi la guarda da un paese tormentato dalla guerra.

In seguito il pubblico ha assistito a un monologo sulla Shoah: “Canto del popolo Yiddish messo a morte”.

Abbiamo intervistato l’alunna della classe 4F del D’Oria, Beatrice Papei Allori, recentemente insignita dell’onorificenza di “Alfiere della Repubblica” dal presidente Mattarella proprio per il suo impegno nella divulgazione della Shoah, che ha recitato un intenso monologo sulla vita degli ebrei del ghetto, raccontando scene di vita quotidiana in Via Mila, nel Ghetto, durante il periodo della Germania Nazista.

 

“Come hai ribadito anche tu, sei stata nominata alfiere della Repubblica dal presidente Mattarella. Cosa hai provato quando hai ricevuto la notizia che avresti di questo incarico importante?”

“Ho ricevuto la notizia da mia madre mentre ero a scuola e non potevo dirlo a nessuno. Le sensazioni che ho provato in quel momento sono indescrivibili: non riuscivo a smettere di tremare.

 

“Sappiamo che ti sei dedicata molto anche in campo letterario e teatrale alla Shoah; hai avuto ispirazione da qualcuno oppure la passione per ricordare ciò che è accaduto ti è venuta dal cuore?”

“Direi che mi è venuta dal cuore, anche perché durante l’estate tra la prima e la seconda media mi sono dedicata alla lettura di testimonianze di sopravvissuti ai campi di concentramento che mi hanno colpito molto, e in seguito ho voluto approfondire l’argomento.

“E’ una domanda forse un po’ scontata:  perché è importante ricordare ciò che è accaduto nel passato?”

“E’ essenziale ricordare il passato per far sì che non si ripetano gli stessi errori. Come possiamo vedere oggi, il pericolo è sempre alle porte e può arrivare in qualsiasi momento, ed è per questo che bisogna farsi trovare pronti. Bisogna sapere cos’è successo perché la conoscenza storica può portare le persone a non commettere gli stessi errori o a commetterli, ma con consapevolezza.”